Tra pochi giorni negli spazi del centro olistico di Villa Antonina daremo il “benvenuto” – anzi, per meglio dire il “bentornato” – ad una nostra vecchia conoscenza: il maestro Gabriele Severini. Dal 17 al 19 giugno, infatti, andrà in scena nella meravigliosa cornice di Golfo Aranci, il suo Ashtanga Yoga Workshop. Una parte delle lezioni in programma sarà dedicata al Pranayama. Di che cosa si tratta?
Che cos’è il Pranayama?
Pranayama fa rima con respirazione. Tuttavia, definire questa branchia dello yoga come semplici tecniche di respirazione sarebbe alquanto limitativo. Cerchiamo allora di approfondire un po’l’argomento.
Innanzitutto, partiamo da un presupposto: nel panorama italiano Gabriele Severini è certamente uno dei migliori yogi da cui apprendere i fondamenti del Pranayama. Si è formato direttamente in India, per la precisione a Mysore, laggiù dove l’Ashtanga Yoga è nato. Ha avuto l’onore e la fortuna di studiare direttamente con Shri K. Pattabhi Jois, il fondatore della disciplina, e suo nipote Sharath Jois, con il quale ha conseguito la terza serie Advance A.
Rientrato in Italia, Gabriele ha aperto la sua scuola di Yoga a Roma, dove per circa 10 anni ha fatto innamorare alla pratica dell’Ashtanga centinaia di studenti. Anche lui però non ha saputo resistere al fascino della nostra amata Sardegna, tanto da decidere di trasferirsi a Sassari con tutta la sua famiglia. Proprio per tale motivo è ormai in qualche modo un “ospite fisso” a Villa Antonina e noi non potremmo certamente fare a meno della sua presenza!
Dopo esserci tolti qualunque dubbio sulle competenze del nostro maestro, addentriamoci nel meraviglioso mondo del Pranayama. Secondo gli antichi testi, Yoga Sutri di Patanjali, il cosiddetto “yoga del respiro” costituisce uno degli otto anga, ovvero stadi della disciplina dello Yoga.
Per comprendere meglio l’importanza di queste tecniche di respirazione partiamo dall’analisi etimologica del termine “Pranayama”. La parola è composta da due termini del sanscrito: prana e yama. Il significato di prana è energia vitale. Il riferimento non è certamente casuale: le nostre vite iniziano con un ispiro e purtroppo terminano con un espiro. Ciò significa che la respirazione è una componente fondamentale della nostra esistenza.
La principale sorgente del prana è di conseguenza l’aria che respiriamo, ma anche quella che assorbiamo attraverso l’alimentazione. Non a caso, lo Yoga attribuisce anche una particolare importanza al mangiar sano.
Il secondo elemento alla base dello yoga Pranayama è invece lo yama, che significa “estensione” e fa riferimento all’espansione della dimensione del prana. Da questa prospettiva è indubbiamente riduttivo considerare gli esercizi di Pranayama solamente come tecniche di respirazione: è un processo attraverso il quale si impara ad assorbire e controllare l’energia vitale per rendere la mente stabile e forte risvegliando potenzialità di cui non eravamo nemmeno a conoscenza.
Quali sono le tecniche del Pranayama?
La respirazione è uno dei tanti processi involontari che regolano la nostra esistenza. A differenza però di altre funzioni, come ad esempio la digestione, siamo in grado di controllarla. Infatti, il nostro cervello è in grado di interagire con i centri nervosi alla base della respirazione. Per tale motivo siamo in grado di inspirare ed espirare profondamente, oppure trattenere il respiro per alcuni secondi. Il Pranayama punta a potenziare le nostre capacità di controllo sulla respirazione per ricreare una sensazione di benessere.
Il punto di partenza per controllare al meglio il proprio respiro è una piena consapevolezza del proprio corpo. Prima di avventurarsi negli esercizi di Pranayama è consigliabile avere già una buona dimestichezza con gli asana della prima serie Ashtanga. Per quale motivo? Le tecniche di respirazione si svolgono in posizione meditativa. Se non si è particolarmente pratici di certe posizioni si avvertiranno fastidi e dolori e di conseguenza sarà difficile mantenere la concentrazione sulla respirazione.
Non c’è da scoraggiarsi però: anche i principianti di qualunque età possono avvicinarsi agli esercizi di Prayanama. Infatti, è possibile cominciare anche seduti su una sedia con le piante dei piedi poggiate per terra. Prima di cimentarsi nello yoga Pranayama è essenziale imparare le modalità in cui il nostro corpo interagisce con la respirazione.
Le modalità di respirazione
Qui di seguito i “percorsi” attraverso i quali il prana entra ed esce dal nostro corpo:
- respirazione addominale o diaframmatica: i polmoni durante la fase inspiratoria si riempiono d’aria, mentre durante l’espirazione si svuotano completamente. Questa modalità consente un notevole ricambio d’aria e soprattutto l’ossigenazione del sangue arterioso;
- respirazione toracica: avviene attraverso l’espansione della cassa toracica e la conseguente dilatazione dei polmoni in fase inspiratoria. L’espirazione è invece affidata alla contrazione dei muscoli intercostali che con il loro movimento provocano la diminuzione del volume della cassa toracica.
Come si fa il Pranayama?
È arrivato il momento di passare dalla teoria alla pratica. Come realizzare al meglio gli esercizi di Pranayama?
Il primo step è uniformare il respiro. Siediti quindi in posizione meditativa e rilassa le mani sulle ginocchia. Al tempo stesso lascia andare anche le spalle e il collo. Ora, inizia ad ascoltare il tuo respiro concentrandoti sull’aria che entra ed esce dalle tue narici. Ricorda di limitarti ad ascoltare il respiro senza cercare di alterarlo.
Dopodiché, guarda le lancette: con un cronometro misura il tempo impiegato per effettuare 10 cicli di respirazione lenti e profondi. In media ci si impiega dai 2 ai 5 minuti. L’obiettivo da raggiungere nel tempo è far sì che ogni ciclo sia della stessa durata. Pian piano che riuscirai in questa operazione inizierai a sentire i benefici della tecnica arrivando pian piano ad una sensazione di benessere sempre più profonda.
A livello fisico i benefici del Pranayama sono numerosi:
- favorisce l’eliminazione delle tossine dal corpo;
- migliora la circolazione sanguigna;
- aumenta la concentrazione;
- favorisce la digestione.
I principali esercizi del Pranayama
Le tecniche di respirazione previste dal Pranayama sono numerose e si concentrano sulle diverse parti del corpo. Ad esempio, il Bhastrika Pranayama si fonda sull’ascolto del movimento del diaframma, mentre nel Kapalabhati Pranayama le contrazioni dei muscoli addominali sono fondamentali per riempire e svuotare completamente i polmoni.
Se vuoi saperne di più sulle tecniche di respirazione ti consiglio di sfogliare le pagine di quella che potremmo definire la “Bibbia” del Pranayama, ovvero il libro “Asana Pranayama Mudra Bandha” scritto dal maestro Swamy Satyanda.
Insomma, sei pronto a raggiungere una nuova dimensione attraverso un’efficace gestione della respirazione? L’importante è non improvvisare ed affidarsi agli insegnamenti di uno yogi esperto. Ti aspettiamo allora dal 17 al 19 giugno a Villa Antonina insieme a Gabriele Severini per conoscere tutti i segreti dello yoga del respiro.